L’inizio dell’anno è sempre un buon momento per Pure Storage per condividere i nuovi annunci con clienti e partner, alcuni dei quali avevano già visto la luce immediatamente a valle del Sales Kick Off, che ci ha visto riuniti assieme ai colleghi internazionali a San Francisco.
La cosa che mi ha piacevolmente impressionato è stata la direzione comune tra gli annunci dei nuovi prodotti e la strategia a medio termine che Pure Storage sta perseguendo: come leggerete di seguito le novità sono un tassello aggiuntivo nel mosaico che l’azienda sta costruendo per i suoi partner e clienti; nessun annuncio è fine a sé stesso, ma fa parte di un progetto di più ampio respiro, quello della MODERN DATA EXPERIENCE.
Subscription to innovation con Pure as a Service
Andiamo ora più in dettaglio sulla strategia Pure per il nuovo anno. Il primo punto è relativo all’estensione del portfolio “as a Service”. Pure as a Service è il veicolo di Pure Storage per portare innovazione presso i clienti, con una flessibilità che fino a poco tempo fa solo il Cloud pubblico poteva fornire. Con Pure as a Service un cliente e il proprio partner Pure Storage si assicurano una “sottoscrizione all’Innovazione”, fruendo dell’IT puramente come servizio. La novità dirompente di quest’anno consiste nel fatto che un cliente può usufruire di questa proposta anche per la parte Cloud Block Store (CBS), addirittura scegliendo in modo dinamico dove “spendere” la propria sottoscrizione, espandendo FlashArray on-premise oppure la sua “declinazione” Cloud: il valore per il cliente è avere a disposizione un vero Multi Cloud. La gestione infrastrutturale, grazie a Pure1 Cloud Data Management, diventa trasparente e con le stesse caratteristiche sia on-premise che in Cloud.
Disaccoppiamento del Compute dallo Storage
Legato al Cloud è la richiesta, sempre più presente sui tavoli dei nostri clienti, della fruizione trasparente dello Storage, ovvero in modalità “Cloud”. Per Cloud Storage si intende un accesso allo spazio storage via API (Application Programming Interface) senza quindi aver necessità di un collegamento locale tra lo storage e l’applicazione o l’utente che lo usa. La declinazione più famosa è l’Object Storage, tipo AWS S3. L’evoluzione che l’Object Storage sta avendo è quello di avere richieste di performance sempre più elevate, specie relativamente alle nuove applicazioni (come ad esempio Splunk) che stanno rivedendo radicalmente la propria architettura, disaccoppiando la parte Compute da quella Storage (mentre in precedenza il “diktat” era quello di un’architettura scale-out di nodi con dischi interni. Se vuoi avere qualche informazione in più, ti propongo questo interessante articolo).
Per venire incontro a queste nuove esigenzae, FlashBlade è stato perfettamente integrato per “occuparsi” della gestione e protezione storage, sgravando l’applicazione dalle operazioni di gestione I/O normalmente molto onerose. Un interessante effetto collaterale consiste poi nell’usare meno nodi computazionali, risparmiando anche sul licensing applicativo.
Per spingere la delocalizzazione del dato ancora in avanti, abbiamo annunciato la replica Object su FlashBlade. Questo permette non solo la replica di un bucket su un secondo FlashBlade (fruito come CAPEX oppure puramente OPEX come servizio), ma anche su AWS S3. Lo use case ideale è costituito da aziende che vogliono proteggere le proprie infrastrutture di analytics e il lavoro degli sviluppatori, sia replicando il dato tra data center propri o presso service provider, ma anche presso un Cloud pubblico. Anche questo annuncio va in direzione della perfetta interoperabilità tra il Private e Public Cloud.
Inutile dire che, come tutte le nuove feature rilasciate da Pure Storage, sono incluse senza costi aggiuntivi nella manutenzione Storage.
Il rilascio di FlashArray//XR3
Questa è sempre stata la strategia Pure, anche su FlashArray, che ha visto durante lo SKO il rilascio della piattaforma XR3. Questa porta ulteriormente in avanti l’utilizzo massivo del protocollo NVMe, che permette l’accesso parallelo alle celle di memoria flash, abbattendo le latenze applicative e diminuendo in modo determinante il form factor storage abbattendone i costi relativi a spazio e consumi.
La nuova piattaforma porta NVMe in end to end fino al modello X10, l’entry level della famiglia. Grazie a questa innovazione i nostri partner possono portare la nuova tecnologia anche sui clienti mid-market che sono alla ricerca di piattaforme innovative e che tolgono ogni dubbio sul massimo del livello di servizio applicativo.
Pure Service Orchestrator per il supporto alle applicazioni gestite tramite Kubernetes
Ultimo tassello strategico è il supporto alle applicazioni “containerizzate” e in particolare gestite tramite cluster Kubernetes. Pure Service Orchestrator permette di gestire lo storage persistente in modo semplice e sicuro, ovviamente anche in modo condiviso con altre soluzioni di virtualizzazione. Le piattaforme Pure Storage diventano quindi il layer comune in grado di dare il massimo SLA applicativo e di garantire semplice gestione infrastrutturale. In base alla tipologia di servizio posso scegliere quindi di fornire in modo automatizzabile sia storage a blocco, che storage file-based.
Se vuoi avere maggiori informazioni su queste tematiche relative alla gestione delle applicazioni, guarda i nostri approfondimenti tecnologici:
Per approfondimenti su questi temi siamo ovviamente a disposizione con i nostri esperti.
Umberto Galtarossa – Pure Storage Channel Technical Manager
M: ugaltarossa@purestorage.com
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