FlashArray Purity – Latest & Greatest

La piattaforma FlashArray è da sempre in continua evoluzione. La strategia Pure Storage consiste infatti nel tenere sempre aggiornato il software Purity, vero cervello dello storage, in grado di erogare tutte le funzionalità avanzate. La politica di Pure Storage inoltre salvaguarda il cliente grazie all’assenza di licensing dedicato e quindi tutte le funzionalità attualmente disponibili […]


La piattaforma FlashArray è da sempre in continua evoluzione.

La strategia Pure Storage consiste infatti nel tenere sempre aggiornato il software Purity, vero cervello dello storage, in grado di erogare tutte le funzionalità avanzate. La politica di Pure Storage inoltre salvaguarda il cliente grazie all’assenza di licensing dedicato e quindi tutte le funzionalità attualmente disponibili e di rilascio futuro sono sempre a disposizione dei nostri clienti. 

Vediamo le principali novità della major release di Purity 6. 

Fin dalla 6.1.0 alle minor release 6.2 attuali i nostri ingegneri hanno introdotto funzionalità critiche che erano state fortemente richieste dai nostri clienti.

Partiamo subito con il tema della velocità. Le ultime famiglie di FlashArray hanno come caratteristica essenziale l’adozione del protocollo NVMe per l’accesso ai dati, sia nei moduli DFM (Direct Flash Module) inseriti nello chassis base, che nei cassetti aggiuntivi tramite protocollo 

NVMe/RoCE. Questo protocollo era già supportato anche nella connettività verso gli host e con Purity 6.1.0 è stato aggiunto NVME-FC che ha permesso una drastica riduzione delle latenze applicative e un innalzamento delle performance.

Questa strategia è stata successivamente abbracciata anche da VMware che nella release 7.0 ha iniziato a supportare questa tecnologia. Gli utenti congiunti hanno potuto quindi sfruttare al massimo la capacità di gestione di questo protocollo ottimizzante, sia da parte dell’hypervisor che da parte dello storage stesso. Approfondimenti sul tema sono disponibili sia sul sito VMware, che su quello Pure. 

Un’altra grande novità è stata l’introduzione di Cloud Block Store on Microsoft Azure. Questo ha permesso ai nostri clienti di beneficiare di tutte le caratteristiche di FlashArray anche presso questo cloud provider. Questa novità si è aggiunta alla disponibilità di Cloud Block Store on AWS per permettere la fruizione di Storage all-flash in Cloud, con tutti i benefici e le feature avanzate del sistema operativo Purity, nonché la possibilità di movimentare applicazioni in modo semplice tra on-prem e cloud e tra cloud provider diversi.


Per testare la tecnologia è possibile utilizzare una trial licenze disponibile direttamente sul portale Azure:

Nelle minor release successive l’attenzione si è spostata sulla data protection introducendo interessanti novità, come detto, senza alcun costo aggiuntivo.

La prima di queste è relativa alla capacità di utilizzare Fibre Channel come protocollo di trasmissione dati nella replica Active Cluster, la soluzione FlashArray di business continuity. Questo ha permesso ai nostri clienti Enterprise che avevano già delle SAN estese che utilizzavano questo protocollo di avere il massimo throughput nella replica sincrona dei dati. 

Su Fibre Channel è anche possibile ora utilizzare la replica asincrona, gestendo distanze maggiori e garantendo bassi valori di RPO (Recovery Point Objective).

E’ stata inoltre integrata la capacità di gestire un terzo sito in replica asincrona via IP. Molto spesso infatti i datacenter a distanze “campus” o “metro” sono collegati via FC, mentre siti remoti su distanze maggiori sono collegati via IP. E’ stata introdotta quindi la possibilità di far coesistere questi protocolli al fine di creare un “triangolo” tra i siti produttivi, in modo che qualunque tra i siti abbia un problema o necessità di manutenzione, la replica tra gli altri due possa sempre continuare.

Per garantire ulteriore livello di servizio applicativo è stata introdotta una funzionalità chiamata ActiveDR: questa feature permette di replicare i dati critici tramite replica semi-sincrona, con RPO fino ad 1 secondo anche su distanze di centinaia di KM. 

Uno dei miei partner è stato tra i primi a proporre ed implementare questa tecnologia presso un cliente con due datacenter, uno a Lecco (MI) e uno a Perugia. Attualmente il LAG medio nella replica dei dati è di 1 secondo:

Questo ha permesso al cliente di avere un allineamento pressoché perfetto tra i due datacenter, pur avendo a che fare con distanze molto grandi e disponibilità di banda limitate (deduplica e compressione, caratteristiche fondanti di FlashArray, vengono mantenute anche durante le repliche dati).

Un’altra importante feature introdotta è stata quella di permettere la gestione dei dati non strutturati, esportando direttamente protocolli SMB ed NFS. Questo ha permesso di servire in modo ancora più puntuale ambienti applicativi verticali, come i PACS ospedalieri. In questa tipologia di ambienti si necessita di accesso block based (FC e iSCSI) per le macchine virtuali critiche, ma anche dei protocolli SMB per gestire le immagini radiologiche. 

Massima espressione di questa coesistenza protocollare è FlashArray //C, in grado di consolidare in poche rack unit centinaia di TB o addirittura PB, gestendo grazie alla tecnologia Flash NVMe l’accesso concorrente sia delle applicazioni virtuali, che di quelle che gestiscono le immagini radiologiche.

Ultimo add-on di grande attualità è stata l’introduzione di Safemode, caratteristica che porta ancora più avanti il  concetto di immutabilità delle copie applicative per recuperare il dato a fronte di un attacco ransomware in pochi secondi. Ormai notizie su questa tipologia di attacco si leggono quasi quotidianamente. L’infrastruttura storage può far molto per permettere ai clienti di recuperare i propri dati senza pagare onerosi riscatti.

Safemode va proprio in questa direzione, impedendo perfino all’amministratore storage di cancellare volumi o modificare le copie applicative. 

L’attacker dunque, anche eseguendo l’encryption dei dati, non può rendere inutilizzabili le altre copie interne a FlashArray: questo meccanismo permette quindi ai clienti di recuperare i propri dati con pochi click e in pochi secondi, eventualmente in integrazione con i maggiori backup software, come ad esempio Veeam.  Anche questa caratteristica, come tutte le funzionalità di Purity, non ha licenze associate e quindi diversi clienti la stanno implementando sui propri array senza costi aggiuntivi.

 

Umberto Galtarossa

Partner Technical Manager – Pure Storage Italia

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